Le tessere e il mosaico

Grande caccia – Villa Romana del Casale, Piazza Armerina (EN)

Il politicamente corretto è diventato uno strumento delle “classi dominanti”, l’idea di un comportamento appropriato per mascherare meglio il loro “predominio sociale” e mettersi la coscienza a posto.

Tom Wolfe

Capire la realtà complessa, apparentemente contraddittoria e volutamente caotica in cui siamo immersi, non è affatto semplice. Il rischio più grande è quello di focalizzarsi su una singola tessera e perdere di vista il mosaico. Perchè ogni tessera va giudicata in base al disegno che contribuisce a comporre. Le singole tessere sono spesso luccicanti, colorate, belle… magari però il quadro completo è una feroce scena di caccia. Si rischia, cioè, di essere abbagliati, ingannati.
Esempi.
L’immigrazione: salvare vite in mare non può che essere considerato cosa buona e giusta, è una battaglia di civiltà, servono ponti non muri, restiamo umani! Com’è possibile ci siano persone così insensibili da opporvisi?
I diritti: che siano famiglie di omosessuali o cittadinanze da acquisire o minoranze da difendere, sono sempre cose giuste, no? Love is love! Com’è possibile ci siano persone così bigotte e retrograde che hanno da ridire? Sta tornando il medioevo!
La salute: è la cosa più importante, specie per le malattie trasmissibili che coinvolgono tutta la società. Com’è possibile ci siano persone che contrastano l’obbligo vaccinale vedendolo come una minaccia?
L’ambiente: l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse è insostenibile, il pianeta sta morendo e va salvato, fate presto! Greta Thumberg è un’eroina, com’è possibile che qualcuno la consideri una pedina manipolata?

Questi sono solo alcuni esempi di singole tessere che sembrano inoppugnabili e sacrosante nella loro giustezza. Ma la mosca al naso la deve far saltare una cosa semplice ed evidente: la copertura mediatica che hanno e il sostegno/finanziamento da parte dell’intellighenzia culturale (divi della tv, della musica, scrittori, opinionisti…) e dei centri di potere mondiale.

Ecco, dobbiamo scuoterci perché ci stanno fottendo con i buoni sentimenti che, come diceva Leo Longanesi, promuovono sempre ottimi affari. Non è cinismo, è autodifesa. Se il lupo promuove i diritti dell’agnello, il macellaio fa propaganda vegana e io sono d’accordo con loro vuol dire che, forse forse, mi sta sfuggendo il quadro d’insieme. Céline lo aveva capito molto bene, per questo in Viaggio al termine della notte, affermava: “Ve lo dico io, gentucola, coglioni della vita, bastonati, derubati, sudati da sempre, vi avverto, quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia… È il segnale… È infallibile. È con l’amore che comincia”.

Molto più sintetico Proudhon: Chi dice umanità tenta di ingannarti.

Questa lunga introduzione mi serve per presentare una lettura del “mosaico” contemporaneo scritta in modo lineare ed essenziale da Luigi Pecchioli. La riporto integralmente, sperando che possa far aprire gli occhi ai tanti ipnotizzati dalle sirene del “politicamente corretto”.

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C’è un filo rosso che unisce la Sea Watch, Bibbiano e le feroci norme sull’obbligo vaccinale. È uno dei capisaldi dell’ideologia liberale globalista: la disarticolazione del tessuto sociale delle, storicamente definite, classi subalterne.
Il liberismo, dal punto di vista sociologico, ha infatti bisogno di recidere ogni legame con la rete familiare e la rete sociale, poiché ambedue sono portatrici di stabilità e memoria, ovvero tradizione, ossia quei legami che impediscono all’individuo di essere globalizzato
Ambedue poi sono portatrici di una memoria storica accumulata e sedimentata che permette all’individuo di poter giudicare e valutare l’azione di guida delle èlite rispetto ad un passato e fare delle comparazioni, cosa inaccettabile per quest’ultime

L’uomo globalizzato deve essere proiettato solo nel presente o ancora meglio nel futuro che viene prospettato sempre come il luogo dove ogni cosa andrà a posto, dove le politiche attuali, di sacrificio e privazioni, troveranno il loro senso e compimento.

Tale uomo non deve confrontarsi con altri, all’interno di un nucleo familiare o sociale, che possano essere portatori di un passato migliore, non deve avere altri strumenti per giudicare se non la propaganda dei media. L’uomo globalizzato deve essere solo.

Anche i meri legami affettivi devono essere banditi a favore di rapporti provvisori e “fluidi”. Il legame affettivo può infatti opporsi alle decisioni “politiche” sull’individuo, vedi vaccinazioni, e può ostacolare la formazione del perfetto “cittadino del mondo”

Il legame, familiare e sociale, rende riluttante l’individuo a spostarsi continuamente, ovvero ad essere quella forza lavoro flessibile e circolante che è uno dei presupposti per poter far funzionare un’area valutaria non ottimale come la UE, secondo Meade.

In questo contesto l’importazione, attraverso il ricatto del “salviamo vite” di individui totalmente scollegati al tessuto sociale e di costume dei paesi “ospitanti” agevola la dissoluzione della memoria storica e di quella critica. Per il migrante infatti QUALUNQUE condizione di vita, per quanto indegna di un Paese avanzato, è meglio della sua situazione di partenza e quindi accettabile e accettata. La concorrenza fra classi impoverite e migranti diventa quindi il metodo per demolire il passato

Ciò naturalmente vale solo per le “classi subalterne”: le élite, come si può vedere anche dai semplici rotocalchi, sono composte da famiglie legatissime che si tramandano beni e ideologie, ben radicate nei territori, attente a non mescolarsi con individui estranei al giro.

Loro sono i pastori del gregge umano perché loro sanno cosa è meglio per il gregge e i pastori devono essere pochi e selezionati. Non sono cittadini del mondo perché sono i padroni del gioco ed il loro cosmopolitismo è solo un tirare le fila dall’alto.

Siatene consapevoli.

Tenerli sotto controllo non era difficile. Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo scontento non aveva sbocchi perché privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi.

George Orwell, 1984


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Pubblicato da L'Uomo Mascherato

Non posso dire molto. Sono un uomo. E sono mascherato.

Una risposta a “Le tessere e il mosaico”

  1. Bell’articolo … ho letto cosa scrive Pecchioli, che seguo da tempo, ho comprato il suo libro, ma credo che ora seguirò anche te… sono contento e mi riempie di speranze, leggere di persone che ancora, come me, credono in un paese che sta morendo e in una identità nazionale che non deve andar persa, in valori che sono il collante e non “passati”, in tradizioni che devono esser eterni… per questo siamo chiamati fascisti, connotandoci in malomodo, ma fregandomene, continuo la mia lotta e la mia vita… con voi ancora meglio
    Grazie

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