L’anti-italianità deve tornare a essere un’accusa infamante e ghettizzante al pari di #fascista #razzista #omofobo. Soprattutto se ostentata da chi ricopre cariche pubbliche o influenza la pubblica opinione. Se non rispetti nemmeno il tuo Paese non puoi permetterti di fare la morale a chi, secondo te, non rispetterebbe gli altri. Le tragedie come quella di #SanDonatoMilanese nascono anche da un clima di autorazzismo fomentato per anni (decenni?) da politici, intellettualoidi e tanta parte della cosiddetta società civile. Dileggiare la “liretta” (che ci ha portato prosperità e sviluppo), ripetere ossessivamente che siamo un popolo di corrotti, evasori, mafiosi, vagabondi, furbastri è solo uno stupido spararsi sui piedi. Questo atteggiamento è tanto più pericoloso in un momento storico in cui il nostro Paese è quotidianamente minacciato e colpito da poter sovranazionali non democratici o potenze straniere che hanno tutto l’interesse a ridurci con le pezze al culo.
Non c’entra niente il #nazionalismo, il #suprematismo o il #populismo. Il rispetto di sé, come individui e come società, è la base per un’esistenza libera, indipendente, non succube e priva di ridicoli sensi di colpa. Senza contare che…
In realtà, anti-italianità e auto-razzismo sono concetti sottilmente antitetici perchè l’anti-italiano non è auto-razzista… è razzista e basta. A tal proposito consiglio la lettura di questo interessante articolo di Filippo Nesi.
Leggere e riflettere anche sulle parole di Claudio Messora, soprattutto la seconda metà dell’articolo.