Per cosa si vota il 26 maggio? Ce lo spiega Ugo Boghetta nel suo breve post che riporto qua sotto. Perchè il diavolo si nasconde nei dettagli e le clausole vessatorie dei contratti sono sempre scritte in piccolo, in fondo. E sono vincolanti. Non ti senti europeo? Hai ancora il vizio di riconoscerti in una lingua. tradizione, cultura millenaria (che sia italiana, greca, tedesca ecc.)? Non importa, i burocrati UE ti hanno forzosamente trasformato in “cittadino dell’Unione” e votando avalli implicitamento questa clausola del contratto.
Per cosa si vota il 26 maggio? Voi direte per eleggere i parlamentari italiani al Parlamento Europeo. SBAGLIATO! Questo è accaduto fino a cinque anni fa. Ora non più.
Noi ci siamo fatti l’idea che a Bruxelles, nel quartiere generale dell’Unione Europea, siedano dei grigi burocrati privi di fantasia. Beh! non è vero. Nel tempo hanno dimostrato di saper trasformare problemi e crisi in opportunità finalizzate a stringere la garrota dell’Euro-Unione. Ed in vista delle elezioni europee, costoro hanno dato un’ulteriore dimostrazione della loro diabolica pervicacia e fantasia.
Il 26 maggio, infatti, andremo/andrete(!?) a votare per eleggere i parlamentari dei cittadini dell’Unione, non i rappresentati italiani nell’Unione. Questo cambiamento è previsto dalla Decisione numero 2018/994.
Si potrebbe pensare che sia solo un cambiamento lessicale, che poco cambia, ma non è così. Cambia totalmente il senso delle elezioni stesse. Con questo atto siamo trasformati formalmente in cittadini dell’Unione. Non siamo più italiani, francesi o tedeschi.
Ciò sarà un vero orgasmo per i nostri euro-pirla
La cosa, tuttavia, ha del manicomiale. Questa Decisione (così si chiama formalmente) è stata adottata proprio quando ormai è a tutti evidente che, per motivi storici e politici, lo Stato Federale non si può fare. E lo hanno sanzionato proprio Francia e Germania con l’accordo di Aquisgrana e la successiva convocazione a Parigi dei parlamentini delle due nazioni. Il significato è chiaro: l’Unione siamo noi. Così, per un verso, diventiamo tutti euro-unionisti, e, dall’altra, il comando è delle elité francesi e tedesche: lo Stato Carolingio.
Ma questo è solo il primo passo. La denazionalizzazione delle elezione dei parlamentari è solo il primo passo. Immagino che direttive, regolamenti, sanzioni, saranno ancor più stringenti sui poteri nazionali. Lo stesso ruolo della Commissione e del Consiglio dei governi ne verrà trasformato.
In Italia, tale Decisione è stata ratificata dal Consiglio dei Ministri e dalle Commissioni Competenti di Camera e Senato come se fosse una decisione qualunque e nel più totale silenzio. Nessuno, nemmeno i nostri sovranisti leghisti o pentastellati hanno detto o alcunché. A tutti, infatti, interessava la spartizione dei posti lasciati liberi dalla Brexit contenuta nello stesso atto .
La gabbia euro-Unione, dunque, si stringe. Ma più si stringe più si complica. Più si complica più si stringe. La rabbia, la voglia di indipendenza e di un’Europa diversa si allargherà. Prima o poi, in un modo o in un altro, la corda si spezzerà.