Post dedicato ai tanti che, di fronte a una posizione che non condividono, non trovano di meglio che replicare “Mettici la faccia, vigliacco! Perché ti nascondi?” e che vorrebbero una dittatura in cui ogni respiro è tracciato e immediatamente schedato, magari con identità digitale e codice QR.
Premesso che l’uso degli pseudonimi è certificato almeno dal 2500 A. C. e che solo limitandoci al campo della letteratura gli esempi sarebbero innumerevoli, veniamo ad argomentazioni più stringenti.
“Ogni persona può accedere alla rete usando strumenti anche di natura tecnica che proteggano l’anonimato ed evitino la raccolta di dati personali, in particolare per esercitare le libertà civili e politiche senza subire discriminazioni o censure” [Dichiarazione dei diritti di internet]
“L’anonimato è uno scudo dalla tirannia della maggioranza: proteggere gli individui impopolari dalle rappresaglie e le loro idee dalla soppressione, per mano di una società intollerante.” [Corte Suprema, Usa]
“In Europa il diritto all’anonimato è stato sempre connesso al diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali” [art. 8 a 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – CEDU]
A tutto questo il babbeo replica: “Ma così si possono commettere reati, diffamare, usare il linguaggio d’odio!!!”. È evidente che, in questi casi, non c’è anonimato che tenga. Le autorità hanno modo di risalire all’identità di chi commette reati, più o meno grandi, in modo abbastanza semplice. L’invisibilità totale, in rete, è una chimera, quindi la critica di cui sopra cade miseramente.
Persino WIRED scrive dell’importanza dell’anonimato su internet.
Articolo di approfondimento: https://www.iusinitinere.it/esiste-un-diritto-allanonimato-in-rete-10150
Il totale anonimato è possibile, non è una chimera…